Quattro poliziotti di Primavelle sono finiti nel registro degli indagati in seguito alla caduta di un 36enne disabile dalla finestra di casa.
Il caso di Hasib Omerovic, a Primavelle, ha scosso la città. Adesso i quattro poliziotti che si sono recato nell’abitazione del 36enne per condurre una perquisizione senza mandato, sono accusati di concorso in tentato omicidio e falso ideologico.
I quattro sono stati iscritti nel registro degli indagati in seguito alla vicenda della caduta dalla finestra di Hasib Omerovic. Anche altri quattro poliziotti starebbero rischiando di finire nel registro degli indagati. Stefano Luciano, il pubblico ministero incaricato di condurre l’inchiesta sul caso, chiarirà cosa è realmente successo all’interno dell’appartamento di via Gerolamo Aleandro.
Hasib Omerovic è il protagonista della tragica vicenda. In una relazione di servizio sull’attività della polizia, datata 25 luglio a Primavalle, viene raccontata la vicenda di Omerovic. Attualmente, i pm hanno acquisito agli atti dell’indagine la relazione sulla caduta del disabile dalla finestra durante una perquisizione.
Pare che la perquisizione nei confronti dell’uomo sia avvenuta deliberatamente, senza un mandato. La madre e la sorella della vittima sostengono che il 36enne sia stato gettato dalla finestra dalle forze dell’ordine. Ciò che è certo, è che i poliziotti non avevano alcun mandato di perquisizione nei confronti di Hasib.
Il post su Facebook
I poliziotti sarebbero intervenuti nell’abitazione del disabile in seguito ad un post pubblicato su Facebook, nel gruppo del quartiere di Primavelle. Nel post veniva denunciato Hasib Omerovic, in quanto presunto colpevole di molestie nei confronti di un gruppo di ragazze al parco. Non si trattava di una vera e propria denuncia, ma di una semplice asserzione posta senza prove a suo sostegno.
Secondo quanto riferito da Paolo Soldani, titolare del bar più grande di Primavalle, «Lui aveva delle foto pornografiche sul cellulare e le mostrava alle donne che incontrava, qualche volta si toccava pure. Insomma era diventato un problema».
E continua: «Io non ho mai avuto un grande rapporto con le guardie, ma sono certo che gli agenti non l’hanno buttato di sotto. Secondo me Hasib si è lanciato dalla finestra per sfuggirgli. Loro erano andati lì senza mandato, probabilmente per dirgli le stesse cose che avrei detto io. Un po’ come facevano un tempo i poliziotti di quartiere. Ma lui si è buttato perché aveva la coscienza sporca. Come si dice: “Male non fare, paura non avere”. Hasib è sordo, ma aveva capito benissimo perché i poliziotti erano lì».